
“Imparate a fare il bene, cercate la giustizia” (Isaia 1, 17)
Carissimi,
la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani è sempre un appuntamento atteso da tutte le chiese per riscoprirsi in cammino insieme verso la piena unità, che in Cristo è già realizzata. Quest’anno vogliamo vivere questo momento, rivolgendo una particolare invocazione per la pace in Ucraina e tra tutti i popoli, affermando l’intenzione comune in tutte le comunità cristiane di tutte le confessioni nel mondo, a lavorare per la pace e il dialogo. Chiediamo alla Vergine Maria di intercedere affinché regni tra tutti i popoli la pace e la concordia. Invito tutti i sacerdoti e le comunità parrocchiali a partecipare ai diversi momenti della settimana e a vivere momenti di preghiera per l’unità dei cristiani e per la pace, anche nelle singole comunità.
UCRAINA E RUSSIA: CHIESE PER LA PACE, CON MARIA LA MADRE DEL SIGNORE
Messaggio per la settimana di preghiera per l’unità dei cristiani 2023
Carissimi,
La settimana di preghiera per l’unita dei cristiani di quest’anno, ha come tema il seguente: Imparate a fare il bene, cercate la giustizia (Is 1, 17 ).
Il versetto costituisce il centro di un brano del profeta Isaia in cui si evidenzia l’urgenza che il popolo di Dio ha di passare da un culto fatto di osservanza esteriore di regole, ad una vera prassi orientata all’amore e alla giustizia.
L’urgenza di conversione che il testo propone, ė certamente rivolta a noi oggi, e a tutte le chiese e comunità cristiane chiamate a dialogare e a mettesi in ascolto gli uni degli altri per un sincero desiderio di conversione a Dio verso la pratica della giustizia e del bene.
Il testo di quest’anno è stato proposto da un gruppo americano di dialogo, formato da appartenenti a varie confessioni cristiane del Minnesota.
I membri di questo gruppo desiderano mettere in comune la loro esperienza caratterizzata da razzismo e soprusi a danno dei più deboli, mostrando come la malvagità umana può giungere a livelli di disumanità verso il prossimo da destare in tutti un serio interrogativo circa anche la reale esperienza religiosa di ognuno.
La settimana di preghiera di quest’anno non può non tenere anche presente il clima geo – politico in cui si inserisce. Ovviamente ci riferiamo all’attuale crisi bellica tra Russia e Ucraina, che vede minacciata e ormai messa in discussione, non soltanto la democrazia di un popolo, ma anche la pace tra le diverse nazioni, almeno europee.
Senza entrare nel merito delle questioni politico – militare, di cui tra l’altro non siamo competenti, tuttavia una riflessione anche di carattere ecclesiale occorre farla, dal momento che, come si è visto ampiamente, in questo scenario sono ben coinvolti i cristiani e le chiese, sia quella ortodossa che quella cattolica.
I cristiani in Ucraina cono composti da cattolici di rito romano, cattolici di rito orientale, ortodossi facenti capo al patriarcato di Mosca e ortodossi della Chiesa autocefala di Ucraina.
In Russia invece coesistono cattolici di rito romano (una minoranza) e ortodossi del patriarcato di Mosca.
È da considerare tra l’altro che la Chiesa ortodossa russa è considerata la più importante nel mondo, se non in termini di importanza storica o teologica, almeno da un punto di vista numerico ed è chiamata la “terza Roma”, come seguito ed eredità della Roma antica in Occidente e della “seconda Roma” che è Costantinopoli.
Essa era unita alla Chiesa Ucraina di cui è considerata, in certo senso, la madre, dal momento che l’evangelizzazione dell’attuale Ucraina era avvenuta a partire dal principe di Kiev, Vladimir, convertito al cristianesimo e considerato colui che rese cristiana la Rus’ di Kiev, ossia l’entità politica medievale che, inglobava Russia e Ucraina insieme ad altri stati e territori dell’Europa orientale.
Per questo motivo, gli ortodossi di rito e di lingua slava, si sono sempre riconosciuti un unico popolo cristiano caratterizzato da una forte appartenenza territoriale e da un’altrettanto forte consapevolezza storica, per cui il cristianesimo di lingua russa è stato sempre considerato il cristianesimo ortodosso per antonomasia, pur riconoscendo sempre il primato onorifico, al patriarcato di Costantinopoli.
La Chiesa ortodossa Ucraina nasce, come entità religiosa autonoma, soltanto nel 2018, ottenendo il placet del patriarcato ecumenico di Costantinopoli che ne ha riconosciuto l’autocefalia.
Questa decisione fu fortemente contestata dal patriarcato di Mosca che, se pur riconoscendo alla Chiesa Ucraina uno status di Chiesa particolare, tuttavia ha visto nell’intervento di Costantinopoli un’ingerenza nella giurisdizione russa sui territori russofoni.
In Ucraina vengono così a coesistere due realtà ortodosse vere e proprie: la Chiesa ortodossa Ucraina, detta autonoma e legata al patriarcato di Mosca, riconosciuta dal santo sinodo del patriarcato di Mosca e la Chiesa ortodossa Ucraina, detta autocefala per riconoscimento del patriarcato di Costantinopoli, separata dal patriarcato di Mosca e da esso dichiarata scismatica.
Questo breve excursus di carattere storico ed ecclesiologico serve per avere almeno un poco coscienza di quello che è lo scenario o lo sfondo ecclesiale, oltre che politico, in cui si muovono gli andamenti bellici che, se da una parte coinvolgono gli stati, dall’altra portano con sé anche le comunità cristiane ed i loro pastori.
Come già detto, non vogliamo emettere giudizi o fare considerazioni troppo impegnative circa le ragioni di un conflitto, ammesso che un conflitto possa avere delle ragioni, ma non possiamo non unirci al coro di voci che unanimemente, sia dalle comunità cattoliche che da quelle ortodosse in Ucraina e in Russia, invoca con insistenza la pace e condanna con risolutezza e forza ogni azione violenta di un popolo contro un altro.
Per questo motivo vogliamo che la nostra settimana di preghiera per l’unità dei cristiani abbia il carattere dell’invocazione per la pace, e lo vogliamo fare affidando tale desiderio e preghiera all’intercessione della Vergine Maria, amata e venerata fortemente da tutti i cristiani sia cattolici che ortodossi.
La Madre di Dio è venerata in Russia e Ucraina attraverso molti titoli e molte celebri icone care alla tradizione comune. Si possono citare le più celebri, come l’icona della Madre di Dio di Vladimir, detta così perché conservata in origine presso la cattedrale di Vladimir nell’attuale Ucraina e oggi venerata a Mosca, oppure la Madre di Dio di Kazan, che il papa Giovanni Paolo II restituì ai russi dopo secoli in cui l’icona era stata in giro perl’Europa.
Un’alta icona mariana molto cara alla trazione russo – ucraina, forse meno nota delle altre, è quella della Madre di Dio di Korsun, nome antico dell’attuale città di Cherson in Crimea, città purtroppo nota per essere stata e per essere tuttora scenario di scontri e devastazioni.
Questa icona, che rappresenta Maria che stringere a se il Figlio in un atteggiamento quasi spaventato, mentre guarda lo spettatore con grandi occhi angosciati, potrebbe essere il simbolo della situazione attuale. In essa ravvisiamo l’immagine di molte madri angosciate per la sorte dei loro figli, soldati e civili, di entrambe le parti, mentre tentano di proteggerli in tutti i modi, guardando con sguardo di terrore ad un futuro incerto caratterizzato, come il presente, dall’assurdità della violenza.
Avendo scoperto, per così dire, tale icona mariana, non potevamo non farne un simbolo che spingesse tutti ad un’attenta riflessione e alla preghiera per la pace, ecco perché quest’anno, la settimana di preghiera per l’unità dei cristiani sarà caratterizzata, oltre che dalle iniziative in programma, anche dalla presenza in monastero ad Alessano, di una copia dell’icona di Korsun, realizzata dalla maestra iconografa suor Chiara Veronica.
L’icona verrà esposta nella cappella del monastero per tutta la settimana dal 18 al 25 gennaio e dinanzi ad essa saranno celebrati i momenti di preghiera comunitaria e personale.
Invio, per tanto, i sacerdoti e le comunità, non solo a vivere insieme i diversi momenti comuni, ma a fare anche momenti di preghiera personale e con i gruppi parrocchiali sostando dinanzi alla venerata immagine.
Oltre a questo, durante l’anno in corso, l’icona verrà portata nelle parrocchie che lo desiderano, per altri momenti di preghiera ecumenica e riflessione, sui temi della pace.
Affidiamo alla Santa Madre di Dio il desiderio e la preghiera di tutti i cristiani affinché ella, Madre di unità e Regina della pace, ottenga ai discepoli di Cristo il dono dell’unità nella fede e nell’amore e a tutti i popoli e nazioni la pace e la concordia.
Ugento, 11 gennaio 2023.
Don Fabrizio Gallo