
Omelia nella Messa del Battesimo di Gesù
Chiesa Cattedrale, Ugento 8 gennaio 2023.
Cari fratelli e sorelle,
dopo le feste del Natale, la Chiesa contempla il mistero del Battesimo di Gesù. Tutti gli evangelisti raccontano questo momento importantissimo della sua vita. Con quell’evento ha inizio la sua missione nel mondo. Ogni evangelista mette in evidenza alcuni particolari che, nell’insieme, ci offrono una straordinaria visione circa l’importanza di questo mistero.
Il brano del Vangelo mette in evidenza l’apertura dei cieli e la voce del Padre che proclama: «Questi è mio Figlio, l’amato, in cui mi sono compiaciuto» (Mt 3,17). Questa frase è il sigillo del Padre nei riguardi del Figlio, costituito come messia, salvatore, e rivelatore della sua immagine ineffabile.
Tenendo presente questo momento della vita di Gesù, facciamo memoria del nostro battesimo e del battesimo che celebreremo tra poco. Abbiamo già iniziato con i riti dell’accoglienza e subito dopo la mia omelia continueremo con gli altri riti battesimali. È importante comprendere il valore di questi riti e il loro profondo significato. Non sono soltanto formule esteriori, ma indicano il cammino di fede che bisogna compiere per conformare la nostra vita a quella di Cristo.
Il battesimo richiama l’esperienza del figliol prodigo. In questa parabola, il figlio minore si allontana dal Padre e poi, ritornato in se stesso, decide di mettersi in cammino e ritornare alla casa del Padre. Questi lo vede venire da lontano e subito gli va incontro, lo accoglie in casa sua e fa festa.
Abbiamo già vissuto il primo rito del battesimo all’ingresso della Chiesa. Nelle antiche basiliche il Battistero era collocato fuori della Chiesa. Si evidenziava così il movimento spirituale del passaggio dall’essere lontani dal Dio ad entrare nuovamente in rapporto con lui. Come il figliol prodigo, il battezzando era lontano da Dio. Il peccato originale lo teneva fuori della comunione con il Signore. Nella parabola del figliol prodigo si dice che il figlio è diventato meno dei servi. Con il Battesimo, la persona prende coscienza di essere lontano da Dio e chiede di essere accolto e riconosciuto come figlio.
In un secondo momento, il figliol prodigo si mette in cammino per far ritorno alla casa del Padre. Il peccato originale è un peso anche per il bambino. Occorre fare un cammino a ritroso. Si arriva a Dio attraverso un lungo processo di conversione e di lotta contro il male. Per questo nel Battesimo si fa il rito dell’esorcismo. Bisogna allontanare il demonio.
A questo punto è possibile amministrare il Battesimo, effondendo l’acqua sul capo. È il momento dell’incontro con Dio. Come il figliol prodigo gioisce dell’abbraccio del Padre, così attraverso infusione dell’acqua il bambino diventa figlio di Dio e viene riconosciuto come suo figlio. Ora egli può rivolgere a Dio con la preghiera del Padre Nostro. Mettere la veste bianca e accendere la candela, significa che il bambino è illuminato dalla fede e può entrare al banchetto eucaristico.
In ogni rito battesimale, si rinnova la parabola del figliol prodigo: l’allontanamento, la presa di coscienza del male, la decisione di ritornare a Dio, l’accoglienza e il riconoscimento di essere suo figlio. Così ha inizio la festa.
Celebriamo il rito battesimale nel contesto della celebrazione eucaristica, la festa domenicale della comunità cristiana. Una festa della famiglia ecclesiale. Facendo memoria del Battesimo di Gesù, viviamo i riti battesimali di Antonio Vincent e riviviamo il nostro battesimo.