Ancora nessun commento

Omelia veglia di Pentecoste, Cattedrale, Ugento 1 giugno 2017

«Tutto è compiuto», esclama Gesù dall’alto della Croce, secondo la narrazione del Vangelo
di Giovanni. Dopo queste parole, egli dona il suo Spirito. Lo Spirito Santo viene per dare
compimento al mistero pasquale e portare a perfezionamento tutta l’opera compiuta da Gesù.
Il compimento che si è realizzato con Cristo deve realizzarsi in ciascuno di noi, nelle nostre
comunità, nella vita della Chiesa, nella storia dell’umanità. Viviamo tra il compimento che si è
realizzato in Cristo e il compimento che si deve realizzare nella storia e nell’umanità attraverso
l’azione dello Spirito Santo. Senza di lui il compimento non può avvenire. Questa è la funzione, il
compito, la missione che è stata affidata. Una missione che egli compie in diversi modi e con
diverse modalità. Per questo lo Spirito Santo ha molti nomi (Spirito Santo, Paraclito, Spirito di Dio,
Spirito di Cristo, Spirito del Signore, Spirito della gloria Spirito di verità, Spirito creatore, bacio,
Spirito d’amore), viene rappresentato da molti simboli (acqua, olio, fuoco, vento, luce, nube,
sigillo, mano, dito, colomba), offre molti doni (sapienza, intelletto, consiglio, fortezza, scienza,
pietà, timor di Dio), produce molti frutti («amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà,
fedeltà, mansuetudine, autocontrollo; contro queste cose non c’è legge» Gal 5,22-23).