
Celebriamo in questa domenica, V di Quaresima, il Dio della vita e della resurrezione. «Io
sono la resurrezione e la vita, chi crede in me anche se è morto vivrà» (Gv 11,25). È l’affermazione
centrale del Vangelo. In essa c’è tutta la nostra fede e tutta la nostra testimonianza di vita.
Il miracolo della resurrezione di Lazzaro anticipa il grande evento della risurrezione di
Cristo. Lo anticipa solo in parte, perché il Cristo risorto non muore più, la morte non ha più alcun
potere su di Lui. La vittoria è definitiva. Con la sua risurrezione, Cristo vive e sconfigge per sempre
il peccato e la morte. Mentre stiamo vivendo il cammino quaresimale, siamo già proiettati verso la
celebrazione della Pasqua, dove contempliamo la bellezza immortale e gloriosa di Cristo.
In questo contesto pasquale, facciamo memoria dei 50 anni di sacerdozio di don Rosario
Stasi. È bello che sacerdoti, laici, consacrati si ritrovino insieme per fare memoria di un
avvenimento di grazia. Il sacerdozio è un dono fatto a una persona per la crescita di tutta la Chiesa.
Ci sentiamo coinvolti a contemplare un avvenimento che riguarda la nostra realtà ecclesiale: il
dono che il Signore ha fatto a don Rosario, attraverso di lui e il suo ministero, viene riversato su
tutta la Chiesa.