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Omelia nella Messa in memoria del 75° anniversario del bombardamento nel centro storico di Sannicandro di Bari, Chiesa del Carmine, Sannicandro di Bari 26 giugno 2018

Cari fratelli e sorelle,
75 anni fa, il nostro paese fu devastato da un terribile bombardamento che causò morte e
dolore. Questa sera vogliamo mantenere viva la memoria di quel triste avvenimento. Siamo,
infatti, consapevoli che, quando un popolo perde il contatto col suo passato, con le sue radici,
quando perde l’orgoglio della sua storia, della sua cultura e della sua lingua, decade rapidamente,
smette di pensare, di creare e svanisce. L’identità di un popolo è profondamente ancorata alla
memoria. Questa, infatti, non è una prerogativa del singolo individuo, ma anche della collettività.
Ricordiamo, pertanto, quanto accaduto come un esercizio di una “memoria collettiva” che ci fa
sentire comunità, persone che appartengono a una medesima storia, ancorate a radici comuni.
La “memoria collettiva”, però, non deve trasformarsi in una ”memoria domestica”. Quanto
accaduto a Sannicandro fu un tragico errore, come tanti errori che si commettono durante le
guerre; un errore fatale che costò la vita a molti nostri compaesani. Va pertanto considerato come
un piccolo segno di una vicenda più grande che riguarda tutte le guerre: persone inermi e indifese
che vengono brutalmente attaccate e uccise, senza alcuna ragione, nemmeno quelle di natura
militare.