
Caro fra’ Ippazio,
circondato dai tuoi confratelli e dal popolo di Dio, riceverai il dono del sacerdozio ad Alessano, paese caro alla vostra famiglia cappuccina per la presenza del vostro Convento che ha segnato la storia della vostra famiglia spirituale in Puglia. Per circa quarant’anni, questa vostra casa è stato il luogo del noviziato, diventando poi Casa di spiritualità intitolata a don Tonino Bello.
Non ti rallegra il cuore pensando che, proprio nel convento nel quale hai iniziato il tuo cammino di discernimento, don Tonino ha respirato la spiritualità francescana, fino a diventare terziario francescano e a comprendere la bellezza di intravedere la cella del confessore trasformata in una stanza di cielo? Certamente conosci quel suo scritto nel quale racconta che il titolo di una celebre canzone era diventata per lui la traduzione musicale della frase latina “cella sit tibi coelum”. Non si trattava, però, solo di un’evocazione poetica, ma di un programma di vita che vale anche per te. È un invito a educarti alla contemplazione, a vivere la povertà facendo spazio ai poveri fino a sperimentare che quando avrai introdotto il povero nella tua casa sarà lui ha restituirti la gioia di vivere. E allora veramente il cielo entrerà davvero nella tua stanza.
Cfr. A. Bello, Educarci alla mondialità, vol. VI, p. 114-117, n. 116-117.