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Omelia nella Messa crismale, Collegiata SS. Salvatore, Alessano 17 aprile 2019

Cari sacerdoti, diaconi, consacrati, e fedeli laici,
questa Messa crismale è il momento più propizio per ringraziare insieme il Signore per la Visita
pastorale giunta ormai alla sua conclusione. Come avevo auspicato nella Lettera di Indizione, si è
trattato di un’intensa esperienza ecclesiale per indirizzare tutto il nostro impegno a un rinnovato e
più intenso rapporto con Cristo. Sono venuto tra voi con la consapevolezza di non essere altro se
non uno strumento nelle mani del Signore, «incaricato della diaconia di Gesù Cristo»1
. Ho,
pertanto, esortato le vostre comunità a considerare la mia persona come un segno della presenza
di Cristo che si prende personalmente cura del suo popolo, secondo la bella espressione di
sant’Atanasio: «Il Verbo, Cristo Signore, datosi a noi interamente, ci fa dono della sua visita. Egli
promette di restarci ininterrottamente vicino. Per questo dice: «Ecco, io sono con voi tutti i giorni,
fino alla fine del mondo» (Mt 28, 20). Egli è pastore, sommo sacerdote, via e porta».