
«Un giorno santo è spuntato per noi: venite tutti ad adorare il Signore; oggi una splendida
luce è discesa sulla terra». Queste parole del canto al Vangelo riassumono il significato del mistero
che stiamo celebrando e gli atteggiamenti spirituali che, come Chiesa, dobbiamo avere di fronte a
questo mistero.
I profeti richiamano continuamente il tema del giorno del Signore. Per loro, la venuta di
questo giorno grande e terribile, coincideva con la manifestazione piena di Dio e con la totale
liberazione dell’uomo. Il giorno del Signore è, dunque, il giorno della sua presenza,
dell’apparizione della sua maestà, della manifestazione della sua misericordia. Nel brano della
Lettera a Tito, che abbiamo ascoltato nella Messa della notte di Natale, l’apostolo Paolo richiama
questo tema: «E’ apparsa la grazia di Dio, apportatrice di salvezza» (Tt 2,11). Nel giorno del
Signore, la grazia si diffonde su tutta l’umanità. La venuta nel Verbo nella carne umana è il grande
avvenimento che riassume tutti gli interventi salvifici di Dio. I grandi misteri della salvezza
avvengono nel tempo, ma non sono fatti di tempo. Sono eterni e non passano mai. Ogni momento
di tempo è attraversato e inserito nell’eternità di Dio. Il profeta Isaia esclama: «Guardate alla
roccia da cui siete stati tagliati, alla cava da cui siete stati estratti» (Is 51,1).