
<<Discuterne però non fa male>>. Si conclude con questa frase l’articolo pubblicato su un giornale, lunedì scorso, a firma di Maurizio Portaluri e Antonio Greco. Sono d’accordo. Innanzitutto perché la chiesa, in quanto soggetto storico, vive nel tempo ed è soggetta a tutte le regole che caratterizzano la dimensione storica. In questo, assomiglia a Cristo. Egli, in quanto Verbo incarnato, vive tutta la sua dimensione umana, eccetto il peccato, che, peraltro, non lo appartiene, come sottolineano i padri della chiesa.