
Noi, giovani provenienti dai Paesi dell’Europa e del Mediterraneo,
raccolti in questi giorni nella terra di Puglia, dopo aver intensamente parlato e insieme camminato nella
notte verso una nuova alba di pace, chiediamo a chi governa le sorti dei nostri popoli, che faccia ogni sforzo possibile perché il Mediterraneo non sia più un mare di morte per i tanti rifugiati che cercano di navigarlo alla ricerca di un futuro per la loro vita, ma torni ad essere un mare di pace e di unità tra i popoli, attraversato da ponti di solidarietà e di collaborazione, un mare – per vocazione geografica e per tradizione culturale – ravvivato dalle onde dell’incontro e non minacciato dalle tempeste del conflitto.