
Non mi è sembrato vero leggere l’articolo di Michele Partipilo circa la “nuova” traduzione della preghiera del Padre nostro (cfr. Gazzetta del Mezzogiorno, 1 dicembre 2018, pp. 11 e 19). Ho avuto subito come un benefico sussulto. Finalmente, mi son detto, un laico interviene sulle questioni riguardanti la fede per chiedere ai vescovi le ragioni del cambiamento che essi hanno ritenuto opportuno operare. Tanto più che si tratta di un passo controverso e comunque decisivo per la retta comprensione del Dio rivelato da Gesù Cristo.