
Gli Orientamenti pastorali della Chiesa italiana per il decennio 2010-2020, Educare alla vita buona
del Vangelo, ripropongono con forza il tema della iniziazione cristiana non come uno dei tanti impegni
pastorali della comunità cristiana, ma come «l’attività che qualifica l’esprimersi proprio della Chiesa nel suo
essere inviata a generare alla fede e realizzare se stessa come madre» (EVBV 40). In questa prospettiva,
non possiamo dimenticare che la pratica ecclesiale dell’iniziazione cristiana fa parte del cammino di
recezione del Concilio Vaticano II; un cammino, in atto ormai da 50 anni, che ha segnato il vissuto delle
comunità cristiane. Anche la ripresa dell’espressione “iniziazione cristiana” si deve al Concilio. Alla fine del
XIX secolo – scrive Marie-Josée Poiré – «la riflessione teologica sul concetto di iniziazione cristiana ha
particolarmente occupato i liturgisti, specialmente gli specialisti di storia della liturgia. La diffusione delle loro
scoperte ha contribuito al successo del concetto e alla sua introduzione nei documenti del Concilio Vaticano
II (ad esempio Sacrosanctum Concilium 71; Ad Gentes 14; Presbyterorum Ordinis 2)».