
Prima del mio ingresso nella diocesi di Ugento-S. Maria di Leuca, sapevo, per sentito dire, che
la tomba di don Tonino era diventata una meta obbligata per credenti e non credenti alla ricerca di
un moderno testimone della speranza. Non potevo, però, immaginare che si trattava di un flusso
quasi ininterrotto di gente che in tutti i mesi dell’anno si reca ad Alessano per sostare presso la sua
tomba e richiamare alla memoria un suo gesto o una sua parola per la capacità che hanno ancora di
meravigliare e attirare persone di diversa estrazione sociale, culturale e religiosa.