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Il Sinodo sulla famiglia. Intervista su “Presenza taurisanese” n. 269 – 2014

Eccellenza, dal recente Sinodo sulla famiglia è uscita una Chiesa divisa. Il Papa aveva chiesto ai padri sinodali «di lasciarsi sorprendere da Dio» e criticato i «cattivi pastori» che caricano pesi insostenibili sulle spalle della gente. Lei che impressione ne ha tratto?

La situazione nella quale agisce oggi la Chiesa assomiglia a quella descritta nel Vangelo di Matteo. A proposito della sua generazione, Gesù afferma: « A chi paragonerò questa generazione? Essa è simile a quei fanciulli seduti sulle piazze che si rivolgono agli altri compagni e dicono: ”Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non avete pianto”. È venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e hanno detto: “Ha un demonio”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e dicono: “Ecco un mangione e un beone, amico dei pubblicani e dei peccatori”. Ma alla sapienza è stata resa giustizia dalle sue opere» (Mt 11,16-19). Un’analoga considerazione si può fare per il nostro tempo. Se la Chiesa non discute, si dice che è “arroccata nella sua torre d’avorio e non vi è dialogo al suo interno e nei riguardi del mondo”; se discute si dice che è una “Chiesa divisa”. Secondo me, al Sinodo si è manifestata una “Chiesa materna” che si prende cura del destino degli uomini. Per questo essa si è impegnata a discernere i segni dei tempi e a cercare le risposte più giuste alle domande dell’uomo del nostro tempo.