Ancora nessun commento

I cattolici in Puglia

I CATTOLICI IN PUGLIA

ANNUARIO DELLE CHIESE DI PUGLIA 2019

 di Salvatore Palese

È stato diffusamente distribuito in tutta la Puglia cattolica l’Annuario delle Chiese di Puglia (Ed Viverein, Roma-Monopoli 2019, 986 pp.) a cura dell’Istituto Pastorale della Conferenza Episcopale Pugliese, presieduto dal vescovo di Ugento – S. Maria di Leuca mons. Vito Angiuli e diretto da mons. Piero De Santis.

L’annuario è consultabile presso tutte le parrocchie, le case religiose e le biblioteche.

Il volume segue quello del 2006 e naturalmente è più consistente giacché registra gli sviluppi delle istituzioni ecclesiastiche e della loro organizzazione a livello diocesano, regionale, nazionale e internazionale. Vale a dire della Curia romana del Papa (pp. 9-28); della Conferenza Episcopale Italiana, con la sua presidenza e la sua segreteria e con gli uffici e servizi nazionali e gli organismi collegati (pp. 29-36); quindi della Conferenza Episcopale Pugliese con i suoi componenti, con le sue commissioni, con gli organismi collegati, il Pontificio seminario regionale di Molfetta, la Facoltà teologica pugliese di Bari, il Tribunale ecclesiastico regionale pugliese e infine le diocesi e i vescovi della Regione ecclesiastica pugliese.

Segue poi la parte più consistente che riguarda le 19 diocesi (pp. 49-921), le quali sono raggruppate in province ecclesiastiche presiedute dagli arcivescovi metropoliti di Bari, Foggia, Taranto e Lecce. Gli “annuari” delle singole diocesi sono disposti in ordine alfabetico, da quella di Altamura – Gravina – Acquaviva delle Fonti a quella di Ugento – S. Maria di Leuca. Di ciascuna diocesi sono date brevi notizie storiche che riferiscono le origini e gli sviluppi istituzionali del 1818, nonché la organizzazione attuale secondo le decisioni della Congregazione dei vescovi nel 1986. Sono fornite le notizie riguardanti il vescovo e la sua curia, con gli uffici e/o le loro sezioni pastorali, gli organismi collegiali, l’Istituto diocesano per il sostentamento del clero; seguono i dati riguardanti le parrocchie, i santuari, le rettorie, le cappellanie con i loro titolari; quindi l’elenco dei presbiteri, dei diaconi permanenti e infine il seminario vescovile, gli istituti religiosi maschili e femminili, le confraternite e le aggregazioni laicali.

Tutti i dati sono aggiornati al 31 dicembre 2018. Allegato al volume un cd-rom per la consultazione informatica. Molto utili sono gli indici dei presbiteri diocesani (pp. 963-984) e naturalmente l’indice generale (pp. 985-986).

Caratterizza questa edizione la indicazione degli indirizzi stradali, telefonici e informatici di tutte le istituzioni e di ciascuno dei loro responsabili, nonché delle persone, al fine di facilitarne le relazioni.

Infatti, come sottolinea l’arcivescovo di Otranto, presidente della Conferenza Episcopale Pugliese, nella presentazione, l’Annuario è strumento di comunicazione e di comunione ecclesiale e pastorale di tutti gli operatori chierici e laici. In questo senso l’Annuario del 2019, come quelli precedenti del 1992 e del 2006, e ancor prima, contribuirà ad avere presenti quegli orizzonti regionali in cui si concretizzano tanti progetti e molteplici iniziative dei cattolici pugliesi, come è avvenuto in modo crescente e significativo nel lungo post Concilio vaticano II. La storia dell’ultimo cinquantennio ha registrato questo processo collaborativo dei vescovi e delle diocesi pugliesi. Camminare insieme per operare insieme nella società meridionale, tanto hanno sollecitato gli sviluppi culturali ed economici, politici ed amministrativi degli enti locali tra le popolazioni e dei governi regionali dell’intera Puglia. Come è noto l’istituzione della Regione Puglia nel 1970 ha contribuito alla formazione della Regione pastorale nel 1976. I loro confini geografici sono venuti a coincidere con le opportune modifiche dei territori diocesani e ne è derivata pure una benefica politica di “intese” che sono state concordate e sottoscritte per la migliore gestione di servizi per le popolazioni della Puglia, dal Gargano alle Murge, fino alle “terre” di Bari e del Salento, bagnate dalle acque dell’Adriatico e dello Ionio [Cfr. l’introduzione storica di Salvatore PALESE al volume Vescovi e Regione in cento anni di storia. 1892-1992. Raccolta di Testi della Conferenza Episcopale Pugliese, a cura di S. Palese e F. Sportelli, (=Società e religione, 16) Congedo, Galatina 1994, pp. XLI-LVII].

***

La Regione ecclesiastica ha la superficie di 19.744 km/q con 3.633.559 abitanti, in 257 comuni e con 1058 parrocchie. Si avverte però che in provincia di Lecce è avvenuta la fusione di due comuni, quello di Acquarica del Capo con quello di Presicce: primo caso verificatosi in Puglia. Nella Regione i sacerdoti diocesani 1773, quelli religiosi 619, i diaconi permanenti 272. I seminaristi nei seminari vescovili sono 120, quelli dei seminari maggiori 128. Nelle case religiose maschili i religiosi sono 677. Nelle 155 case femminili le religiose sono 2541.

Nel quadro sintetico regionale (p. 49) non si contano le confraternite, le altre associazioni laicali, gli istituti di vita consacrata, le istituzioni di vita culturale e caritative. Articolata e complessa dunque rimane la presenza dei cattolici come le loro istituzioni e aggregazioni nella società pugliese. Presenza che fa comprendere le potenzialità operative a vantaggio delle famiglie e del territorio regionale.

***

Confrontando però i dati del 31 dicembre 2018 con quelli riportati nell’annuario delle Chiese di Puglia 2006 si impone all’attenzione che il calo demografico ha coinvolto anche le strutture ecclesiastiche del mondo cattolico. Infatti nel 2006 la popolazione era di 5.409.067 (-1.775.508), i 1843 sacerdoti diocesani (-80), i diaconi permanenti 52 (+220), i seminaristi nei seminari maggiori erano 177 (-57) e 39 dell’anno propedeutico, quelli dei seminari vescovili 374 (-254). Le case religiose maschili erano 197 (-42) con 815 sacerdoti (-138), 32 monaci e 144 fratelli. Quelle religiosi femminili erano 495 (-340) con 3529 (-988) religiose alle quali si contavano in aggiunta 29 monasteri claustrali con 423 religiose.

Un dato positivo è il numero dei diaconi permanenti che sale di 220 unità: cosa significa?

Il calo demografico non è l’unico dato che evidenzia la trasformazione radicale in cui è coinvolto il mondo cattolico pugliese. Del resto esso non si manifesta allo stesso modo in tutte le 19 diocesi. Da analisi più approfondita dovrebbe rilevarsi quanto essa tocchi lo sviluppo delle diocesi metropolitane, come Bari, Foggia, Taranto e Lecce, e quanto diversamente segnano le diocesi di provincia. Ma un lavoro di genere avrebbe bisogno dell’accertamento dei dati forniti dall’Annuario su fonti omogenee. Particolare attenzione inoltre dovrebbe darsi alla diversità delle tre “Terre” della regione (Terra di Bari, Salento, Capitanata) e alla presenza di città vere e proprie all’interno di esse, come, ad esempio, Andria, Barletta, Manfredonia, Altamura, Martina Franca, etc. etc.

Gli storici, comunque, avranno altri elementi per descrivere la crisi epocale che investe il mondo cattolico pugliese al pari di altre regioni di Italia, dei paesi europei e dell’occidente. Infatti, vi sono altri indicatori della crisi del cristianesimo nella società pugliese che non è possibile trovare nell’Annuario 2019: la condizione delle famiglie e di quelle giovani in particolare, il comportamento morale e sociale, la legalità nel mondo del lavoro e nelle dinamiche economiche. In questo clima di accelerata e profonda trasformazione sono infine coinvolte le condizioni religiose delle popolazione, al di là delle forme che provengono dal passato. Di conseguenza, le chiese pugliesi sono chiamate a inventare la nuova pastorale a vantaggio delle comunità perché stiano nella società in modo significativo.

In verità, la presa di coscienza della necessità di superare gli assetti tradizionali e le modalità invecchiate che risultano inadeguate, è un processo positivo in corso d’opera. Del salto di qualità che i cattolici sono sollecitati a compiere, ne diventano sempre più consapevoli i vescovi pugliesi; così ome si legge nella presentazione dell’Annuario firmata dall’arcivescovo presidente di mons. Donato Negro di Otranto. Egli afferma la fede dei confratelli e la fiducia dell’azione dello Spirito Santo, il quale, in verità, va suscitando cose “nuove” in tutte le diocesi, che vengono mansionate e che sarebbe interessante e utile rilevare con una ricerca specifica. In questa stagione, sia pure crepuscolare del cristianesimo tradizionale, egli è convinto, come gli altri vescovi, che la via maestra è quella della evangelizzazione delle popolazioni pugliesi di lunga tradizione cristiana. Come agli inizi e come in tanti passaggi della storia del cristianesimo nel corso dei due millenni.

***

Concludendo queste brevi annotazioni sull’Annuario delle Chiese di Puglia 2019, giova ricordare tre testimoni antichi, eppure a noi contemporanei. Origene († 252-253), nei primi anni del terzo secolo, commentando il salmo 36 a proposito della evangelizzazione compiuta diceva: «non siamo un popolo. Ora in questa, ora in quella città, un piccolo numero è giunto alla fede, ma giammai fin dagli inizi della predicazione della fede, si è unita a noi di colpo una intera popolazione. Non è di noi come del popolo giudaico o di quello egiziano, quasi fossimo una schiatta perfettamente omogenea. I cristiani, al contrario, si reclutano ad uno ad uno e provengono dalle più diverse popolazioni» quasi a dire che il Vangelo passa dalla bocca del credente all’orecchio di chi ascolta. Probabilmente questo sarà il modo che gli evangelizzatori dovranno seguire.

Agli inizi del secolo V, a Costantinopoli che resisteva all’ondata dei nuovi popoli che venivano, il patriarca Giovanni († 407) in partenza per l’esilio impostogli dall’imperatore cristiano rincuorava i suoi fedeli: «anche se tutto il mondo è stravolto, ho tra le mani la Sacra Scrittura e leggo la Parola di Dio. Essa è la mia sicurezza e la mia difesa». Nell’Africa cristiana invasa e devastata dai Vandali, il vescovo di Ippona Agostino († 430) affermava: «Animus christianus ingemiscit» di fronte al crollo del mondo romano; eppure vedeva la Città di Dio nel cuore degli uomini, a suscitare pazienza e speranza.

Di testimonianze del genere se ne possono raccogliere tantissime nei secoli seguenti, da quelli medioevali a quelli di età moderna e contemporanea, tutti secoli di cristiani in missione. Giacché una riserva di fiducia i cattolici la possiedono nella gioia di dire il Vangelo di Gesù di Nazareth, con lo stupore del primo incontro che si ripete, oggi, anche in Puglia.