
Omelia nel 60° anniversario di Mons. Salvatore Palese
e saluto alle suore Oblate di san Benedetto Giuseppe Labre,
Chiesa san Carlo, Acquarica, 22 settembre 2022.
Cari fratelli e sorelle,
questa sera, il nostro rendimento di grazie al Signore è per i 60 anni di ministero sacerdotale di mons. Salvatore Palese e per i 26 anni di presenza ad Acquarica delle suore di san Benedetto Giuseppe Labre.
Nella circostanza è bene innanzitutto sottolineare il primato dell’azione di Dio. Quanto accade nella nostra vita, anche attraverso l’opera dei nostri fratelli e delle nostre sorelle, è sempre un’espressione della grazia con cui il Signore ci accompagna e si prende cura di noi. La gloria di Dio è l’uomo vivente. Essa si manifesta nella vita del popolo di Dio che loda e riposa nel Signore, affidandosi a lui, testimoniando il suo amore e la sua amorevole e tenerezza. Rivolgiamoci sempre al Signore con animo grato per ringraziarlo e contemplare la sua gloria.
Occorre considerare quanto avviene nella storia non soltanto dal punto di vista orizzontale, ma soprattutto dal punto di vista verticale. Tutto ha origine dalla Parola di Dio. Il resto, secondo quanto abbiamo ascoltato dal libro del Qoelet, è vanità. Dal ristretto punto di vista dell’uomo, ogni realtà appare nella sua ineliminabile inconsistenza, fragilità e debolezza. Tutto si sussegue e si accavalla come le onde del mare, e nel tempo la memoria diventa labile. Insomma, tutto passa e si dilegua. Solo la misericordia di Dio rimane in eterno.
Guardando invece le cose dal punto di vista di Dio e con lo sguardo rivolto al Signore, scopriamo che sorgono cose nuove dalle cose antiche. Proprio là dove non c’è niente di nuovo, qualcosa di nuovo germoglia. Sembra impossibile, eppure il passato dimenticato ritorna, si affaccia nuovamente con il carico dei suoi ricordi e delle esperienze vissute. Scopriamo così che “tutto è grazia” e che in Cristo tutto è nuovo. Cristo è la novità assoluta. Egli rende il tempo personale e comunitario sempre diverso, pieno di sorprese e di futuro. Dove tutto si ripete, l’apparire di Cristo trasforma ogni cosa in novità di vita.
Caro mons. Salvatore Palese,
sono certo che nella tua vita hai sperimentato la novità di Cristo. Nei lunghi anni di ministero e nei diversi incarichi che hai svolto hai incontrato molte persone e hai vissuto molte vicende liete e tristi con tutto il carico della tua consumata esperienza e saggezza. Ogni avvenimento è stato illuminato dalla presenza di Cristo. Lo scorrere del tempo è stato il luogo rivelativo del suo amore. Egli ha dato novità, vigore e gioia alla tua molteplice azione pastorale e ti ha aiutato a portare a compimento gli impegni e le responsabilità che, di volta in volta, ti sono state affidate. Anche i momenti più difficili, a livello personale ed ecclesiale, ti hanno consentito di scoprire la bellezza della tua vocazione e della tua donazione a Dio e ai fratelli.
Molte e diversificate sono state le attività che hai portato avanti a livello diocesano, regionale e nazionale. Fra tutte mi piace ricordare il tuo servizio come preside e professore della Facoltà Teologica per la formazione culturale dei seminaristi. Sottolineo questo aspetto anche perché sei stato mio professore di storia, prima al liceo e poi negli anni degli studi teologici. Il rapporto e la collaborazione sono continuati quando ho assunto l’incarico di direttore dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Bari. Ciò che ho sempre ammirato nella tua persona è la tua infaticabile dedizione al lavoro, il rigore del metodo scientifico e il desiderio di dare stabilità e professionalità alle istituzioni culturali da te dirette.
Nonostante i tuoi molteplici impegni a livello regionale e nazionale, hai conservato il legame con questa comunità acquaricese, con la Diocesi di Ugento – S. Maria di Leuca e con tutto l’ambiente salentino. Notevole è stato il tuo contributo sul piano della ricerca scientifica, della conoscenza del territorio, della formazione degli operatori pastorali e degli insegnanti di religione e dello sviluppo dell’azione pastorale diocesana. Gli studi pubblicati sono tanti e riguardano la realtà salentina, le Chiese, i seminari, i sacerdoti. Si è trattato di una ricerca condotta a un alto livello scientifico, ma con il fine di aiutare la comunità ecclesiale e civile a leggere, comprendere e dialogare con la storia del Salento. Si tratta di un ricco patrimonio utile anche sul piano pastorale. In questa ricorrenza giubilare rivolgo un sentito ringraziamento a nome di tutta la comunità diocesana. Penso di interpretare anche i sentimenti e i voti augurali dell’intera Conferenza Episcopale Pugliese.
Lo stesso sentimento di riconoscenza esprimo anche a voi, care suore, dopo questi anni di presenza ad Acquarica. Siete venute a seguito dell’invito rivolto dalla Diocesi attraverso il parroco protempore don Stefano Ancora. Avete raccolto il testimone dalle suore Discepole di Gesù eucaristico. La vostra opera educativa è stata preziosissima. Vi siete prese cura di tanti bambini e avete accompagnato molte famiglie acquaricesi nella difficile arte dell’educazione.
Sentiremo la vostra mancanza. Naturalmente comprendiamo i motivi della vostra difficile decisione. È una scelta sofferta innanzitutto da voi. Chissà quante volte avete pensato e ripensato a cosa era necessario mettere in atto. I legami instaurati lungo il corso di questi anni con la comunità parrocchiale e le relazioni instaurate con tante famiglie vi hanno spinto a cercare qualche possibile soluzione alternativa. Di fronte all’evidente carenza di vocazioni avete dovuto, vostro malgrado, prendere atto di quanto non era più dilazionabile nel tempo. Siamo consapevoli che se la Madre Generale con il suo Consiglio è arrivata a questa determinazione non lo ha fatto a cuor leggero.
Ora bisogna cambiare passo. Vi ringraziamo per l’opera educativa che avete compiuto in questa comunità. Conserveremo la memoria grata delle vostre persone e ricorderemo con nostalgia la vostra presenza in mezzo a noi. Soprattutto continueremo ad attingere al carisma spirituale del vostro fondatore, il Venerabile don Ambrogio Grittani.Con la sua vita umile e austera e con la sua carità eroica ha lasciato un esempio di santità valido per tutti i cristiani. Soprattutto ci ha insegnato che la carità verso i poveri rende bella la vita. Il suo stile semplice e affabile lo hanno reso capace di parlare a tutti, poveri e benestanti, potenti e senza fissa dimora. Il suo amore all’Eucaristia e alla Vergine Maria sono i suoi lasciti spirituali che conserveremo come punti di riferimento anche per la nostra azione pastorale.Rinnovo a nome di tutta la Diocesi il ringraziamento a mons. Palese e alle suore, e affido questa comunità al Signore che guida la storia e che fa nuova ogni cosa.