
Caro Pierluigi,
la tua trepidazione è anche la mia. La tua è soffusa di stupore e di meraviglia per la
grandezza del dono del diaconato che ti viene conferito; la mia è intrisa di una gioia sottile e
familiare perché mi sento strumento di una grazia che non mi appartiene, ma che Dio ti offre
attraverso la mia persona.
La mia è la trepidazione di un padre che, nella forza dello Spirito Santo, consacra la tua
persona a Cristo perché, come lui, tu sia servo di tutti. La tua è la trepidazione del discepolo che,
attraverso il ministero del Vescovo, riceve da Cristo una particolare conformazione a lui. Con il
diaconato, infatti, Cristo ti configura a sé, servo povero, obbediente e casto; virtù di cui vuoi
adornare la tua vita, secondo quanto tu stesso ha sottolineato nella lettera personale che mi hai
consegnato.