
Carissimi,
finalmente torniamo a celebrare la Messa Crismale nel cuore della Settimana santa, mercoledì 13 aprile p.v. alle ore 18,30. Con gioia ci ritroveremo con il Vescovo nella nostra chiesa Cattedrale per fare memoria riconoscente dell’origine del sacerdozio ministeriale e rinnovare l’impegno e la promessa di aderire a Cristo con cuore indiviso, nel servizio della Chiesa e dei fratelli.
Conosciamo il valore ecclesiale di questa celebrazione, indicato molto bene nelle Premesse dello stesso Pontificale:
Questa messa che il vescovo concelebra con il suo presbiterio e nella quale consacra il santo crisma e benedice gli altri oli, è come la manifestazione della comunione dei presbiteri con il loro vescovo.
Tenendoci particolarmente a sottolineare che:
Per questa messa si radunano e concelebrano in essa i presbiteri, dal momento che nella confezione del crisma sono testimoni e cooperatori del loro Vescovo, della cui sacra funzione nella edificazione, santificazione e guida del popolo di Dio sono partecipi e così si manifesta chiaramente l’unità del sacerdozio e del sacrificio continuamente presente nella Chiesa di Cristo.
Tenendo conto delle normative vigenti, vi do alcune indicazioni pratiche per la partecipazione alla Messa del Crisma:
- sono invitati a partecipare solo i sacerdoti, i diaconi e una rappresentanza di consacrati
- anche se è stato eliminato il distanziamento fisico, per motivi prudenziali, non porteremo la chiesa Cattedrale a capienza piena; pertanto il numero di laici sarà limitato a una rappresentanza di aggregazioni laicali e ai fedeli della città di Ugento;
- si ricorda che piazza S. Vincenzo non ha molti parcheggi, pertanto è opportuno lasciare la propria auto in Via dei Cesari (Museo e Seminario) e strade adiacenti;
- i concelebranti e i diaconi prenderanno posto direttamente nella chiesa Cattedrale; l’ingresso sarà gestito da un servizio d’ordine, con mascherina e dopo aver sanificato le mani;
- il vicario generale, i vicari episcopali, i vicari foranei, il rettore del seminario, i diaconi del servizio, parteciperanno alla processione introitale partendo dal salone dell’episcopio;
- i sacerdoti e i diaconi indosseranno i paramenti per la concelebrazione direttamente in chiesa ai posti indicati, in prossimità dei quali troveranno la casula o la dalmatica bianca;
- ogni sacerdote e diacono porti con sé un purifichino personale e un piccolo disinfettante;
- al termine della celebrazione i sacerdoti deporranno le vesti al posto loro assegnato e attenderanno il tempo necessario affinché i volontari distribuiscano gli oli per ogni parrocchia, come già collaudato negli anni precedenti. Si raccomanda di uscire in maniera ordinata
In allegato alla lettera trovate una proposta di accoglienza e presentazione degli Oli nelle comunità parrocchiali.
Nell’attesa di rivederci vi saluto con affetto fraterno.
Ugento, 7 aprile 2022.
il Direttore
Sac. Rocco Frisullo
Saluto al Vescovo al termine della Messa crismale
da parte del Vicario per la pastorale don Stefano Ancora
chiesa Cattedrale, 13 aprile 2022
Eccellenza reverendissima,
è consuetudine che al termine della solenne Messa crismale venga indirizzato da parte del Vicario, a nome del clero e di tutti i fedeli, un messaggio augurale a Lei nostro vescovo.
A nome del Vicario generale, Mons. Beniamino Nuzzo, impedito ad essere presente a causa della positività al Covid, desidero rivolgerle i voti augurali per le imminenti festività pasquali.
Sappiamo bene, come dice l’apostolo che “il tempo si è fatto breve” (1Cor 7,29) da quando Cristo si è incarnato assumendo la nostra natura umana e da quando, in obbedienza alla volontà del Padre, sì è immolato sulla croce per attuare il patto della umana redenzione.
Sappiamo che nella fede in Cristo riceviamo già i beni attuati dalla sua redenzione ma non ancora ne godiamo pienamente i frutti fino al giorno in cui non saremo con Lui nella gloria del Padre suo.
Sappiamo anche che il tempo che ora stimo vivendo si è fatto difficile e duro.
Siamo tutti sfiduciati! L’estenuante lotta alla pandemia, ancora non del tutto vinta, ci ha talmente sfiancati nel corpo e sfilacciati nello spirito che il ritorno alla normalità è reso sempre più difficile e lontano.
Siamo ancora di più sfiduciati! La guerra in atto è una totale follia ed è un grave sacrilegio, come giustamente l’ha definita papa Francesco. L’attuale guerra, come tutte le guerre, anche le più lontane e dimenticate dall’opinione pubblica, è sempre una sconfitta per tutta l’umanità.
Tuttavia, in questo tempo, siamo chiamati dalla Provvidenza ad essere dei segni di speranza. Come?
Cristo stesso ce lo dice continuamente: io sono con voi sempre!
Lei stesso, eccellenza, con la sua vita e il suo ministero e specialmente con il suo magistero sovrabbondante di grazia e di verità c’istruisce sapientemente su come essere preti e cristiani nel mondo di oggi. Cito alcune espressioni tratte dalle sue omelie: Essere prete “Non vuol dire che dovrai annunciare concetti astratti e vaghe idee religiose. Il tuo compito è soprattutto quello di “creare legami”.
La misura dell’amore per il cristiano è la croce di Cristo: «Questa forma di amore non è un gioco di sentimenti e non si realizza a buon mercato. È un amore laborioso e faticoso perché assume sempre la forma della croce».
La Chiesa stessa, nella persona del nostro amato Papa Francesco, ce lo dice attraverso il faticoso ma entusiasmante cammino sinodale che anche noi, insieme a tutta la Chiesa in Italia e nel mondo stiamo compiendo. Un sinodo che ci ricorda di dover camminare insieme.
Lei stesso eccellenza ha da poco concluso una nuova piccola visita pastorale andando ogni sera, negli ultimi due mesi, ad incontrare ogni comunità parrocchiale per pregare insieme, per ascoltare insieme, per procedere insieme sul cammino della vita della Chiesa nella storia di oggi.
Grazie Eccellenza per tutta la fatica che compie ogni giorno per il bene di questa amata chiesa ugentina.
Grazie per la sua preghiera e per la sua carità, soprattutto grazie per la sua fede cristallina.
Le chiediamo umilmente, in questo tempo che si è fatto difficile, ci aiuti, ci consoli, ci incoraggi, ci sostenga, ci prenda per mano, come fa la brava mamma con i suoi piccoli e, quando ci vuole, non abbia paura a richiamarci con l’energia di un padre che osa tanto perché ama di più.
Siamo nel già della fede ma non ancora nella beata speranza.
Tra il già e il non ancora c’è “la terra di mezzo”, il tempo della carità pastorale, cioè dell’amore che si fa servizio ai più piccoli, agli ultimi, agli esclusi, ai peccatori.
La carità più grande è portare Cristo nel cuore degli uomini di oggi, portare Cristo nella storia di oggi, portare Cristo nella Chiesa di oggi.
Caro padre e maestro ci prepari, con la sapienza della Croce di Cristo, ad affrontare i tempi che si sono fatti difficili e duri, ci prepari a rimanere segni poveri di quell’amore grande che è onore dell’uomo e gloria di Dio.
Auguri, Eccellenza, per una Pasqua santa e radiosa di speranza.
Sono gli auguri del suo popolo che è formato da gente comune e cristiani fedeli, da laici impegnati e consacrati generosi, da giovani seminaristi e da diaconi e preti che formano il suo presbiterio, insieme al carissimo vescovo Mons. Fernando Panico che saluto e al quale auguro una santa Pasqua.
Ricordiamo tutti i confratelli sacerdoti e diaconi che dal Cielo oggi fanno festa con noi, in particolare ricordo don Eugenio Licchetta e il diacono permanente Cesario Vergallo, che solo qualche giorno addietro ha compiuto la sua pasqua terrena.
Ricordiamo tutti i sacerdoti, impediti dal contagio da Covid o da altra malattia o per l’anzianità, o perché in servizio fuori Diocesi in altre realtà ecclesiali, sono assenti fisicamente ma uniti a noi spiritualmente nella realtà sacramentale di questo unico e indiviso presbiterio.
La Vergine di Leuca, di cui oggi ricorre la memoria liturgica, protegga i suoi passi e il cammino della nostra Chiesa. Amen.
Il Vicario per la Pastorale
Sac. Stefano Ancora