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Bollettino n.4

Prendere parte alla sofferenza altrui, vuol dire far crescere
il sentimento di compassione. Cosi ci si avvicina sempre
più a Dio. Egli, infatti, «non può patire, ma può compatire».
Vivendo questo profondo legame con coloro che soffrono,
appare più evidente la dimensione divina insita in ogni
uomo. «Una società – afferma ancora Benedetto XVI –
che non riesce ad accettare i sofferenti e non è capace
di contribuire mediante la compassione a far sì che la
sofferenza venga condivisa e portata anche interiormente
è una società crudele e disumana. La società, però, non
può accettare i sofferenti e sostenerli nella loro sofferenza,
se i singoli non sono essi stessi capaci di ciò e, d’altra
parte, il singolo non può accettare la sofferenza dell’altro
se egli personalmente non riesce a trovare nella sofferenza
un senso, un cammino di purificazione e di maturazione,
un cammino di speranza» .