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Barba M., Missale romanum. Processi evolutivi nella terza edizione emendata del 2008

Era il 1961 quando salutavamo con grande soddisfazione la pubblicazione del Cad. A. G. Martimort,      “L’Eglise en  prière”  la cui traduzione in lingua italiana costituiva un ineludibile punto di riferimento per la scienza liturgica  negli istituti teologici e nei seminari data l’affermata e riconosciuta autorevolezza anche all’estero dell’opera italiana Storia Liturgica in quattro volumi del genovese Mario Righetti. Nel titolo dato dal Martimort alla sua opera leggevamo quella linea di continuità con le istanze del movimento liturgico intese a orientare la ricerca della disciplina teologica nella suggestione del titolo di “Ecclesia orans”

A  50 anni dalla chiusura del Concilio Vaticano II il rinnovamento liturgico non è alle nostre spalle, soprattutto grazie agli innumerevoli studi prodotti nei diversi ambiti dell’universo teologico-liturgico che hanno contribuito a promuovere la liturgia come prima fonte della vita cristiana e ad affermare il suo posto centrale. E se la riforma liturgica ha annoverato al suo attivo la serie pressoché completa dei libri liturgici, generando studi e pubblicazioni di alto profilo scientifico, tra questi  va principalmente menzionato il libro  princeps  della fede orante della chiesa che è il Missale sul quale si sono appuntate numerose ricerche elaborate in particolare durante il XX secolo.

Come non ricordare in tal senso tra gli studiosi del Missale Romanum “(MR)”  il nostro prof. Maurizio Barba? L’interesse verso questo libro privilegiato del ministero presbiterale, infatti, ha occupato gran parte dei suoi studi scientifici. Ed egli ora pone ancora nelle nostre mani un volume antologico di testi già pubblicati su riviste specializzate al fine di renderli più accessibili a un più vasto pubblico.

L’A. con la sua solita acribia conduce il lettore a prendere buona visione delle variazioni introdotte nella editio typica tertia del MR, registrando puntualmente i diversi ritocchi apportati al testo al fine di offrire un quadro organico degli interventi introdotti dall’Autorità competente.

 D’altronde, in quanto strumento per la celebrazione, il Missale non è mai definitivo ma sempre perfettibile, per questo ha bisogno di essere adattato e all’occorrenza emendato in vista di poter fargli svolgere un’intelligente opera di mediazione tra il mistero che si celebra e l’assemblea che vi partecipa. E se detta operazione sembra essere oggetto riservato agli esperti in area liturgica, l’A. riserva invece un approfondimento teologico di un ritocco testuale introdotto nella reimpressio  emendata della editio tertia del MR relativa  al ricordo del vescovo  nella Prece  Eucaristica; menzione  questa che lungi da intendersi come riferimento alla sua persona o al suo ruolo, è invece da riferirsi alla chiesa particolare da lui retta e rappresentata.

A impreziosire altresì il volume è la trattazione approfondita dell’ istituzione della festa di N.S.G. Sommo ed Eterno Sacerdote; l’inserimento del nome di S. Giuseppe  nelle preghiere eucaristiche ; nonché un commento organico, completo e ben documentato sull’espressione rituale del dono della pace nella celebrazione della messa. A tutto ciò si aggiungono alcuni spunti di riflessione teologica sull’inserimento di alcuni testi alternativi ai riti di conclusione riguardanti l’ite missa est facendone cogliere il nesso esistente tra congedo e missione.

L’occasione della canonizzazione dei santi pontefici Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II permette al nostro A. di sviscerare le ricchezze biblico-teologiche racchiuse nei formulari liturgici delle due memorie nel messale e nella liturgia delle ore, evidenziando il rapporto vitale tra la lex orandi e la lex vivendi in merito alla santità creduta, professata e vissuta.

E’ un volume questo del nostro M. Barba  che si lascia leggere risvegliando nell’attento lettore curiosità e  attenzione, come si  addicono al MR, documento della fede orante della chiesa nel suo  veritativo rapporto tra la lex credendi e la lex orandi. Nella sua articolata esposizione degli otto capitoli , l’A. sembra  voler ricordare che il MR non è semplicemente un libro, ma è il libro il quale, attraverso tutti gli elementi che lo compongono sia eucologici sia rituali, ci propone  il senso ecclesiale del rapporto sacramentale con Cristo e con la Chiesa, in quanto è nell’atto celebrativo che esso  si manifesta in tutta la sua ricchezza alla comunità credente e all’assemblea celebrante.

Sarà perciò una conoscenza accurata ed adeguata del MR – e l’A. ce ne dà un aggio davvero esemplare – che potrà permettere a chiunque svolga  nella celebrazione un ruolo di  vero mediatore tra il libro e l’assemblea, tanto auspicato dal magistero conciliare nei suoi molteplici pronunciamenti  ed è nei voti dell’A. e di tutti coloro che credono nella riforma liturgica e soprattutto nel rinnovamento liturgico all’interno delle nostre comunità.

                                                                                                     + Felice di Molfetta

                                                                            Vescovo emerito di Cerignola-Ascoli Satriano