
Con viva gioia vi accolgo in occasione del vostro interessante Simposio, che
si tiene a dieci anni dalla pubblicazione dell’Enciclica Redemptoris missio. Ringrazio quanti hanno organizzato questo Convegno e tutti saluto con affetto. In
particolare, saluto e ringrazio il Signor Cardinale Jozef Tomko per le gentili parole con cui ha introdotto questo incontro.
Il presente Simposio, all’alba del nuovo millennio, intende porre in luce il
valore primario che l’evangelizzazione riveste nella vita della Comunità ecclesiale. In effetti, la missione ad gentes è il primo compito affidato da Cristo ai
suoi discepoli. Risuonano, al riguardo, quanto mai eloquenti le parole del divino Maestro: «Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Andate dunque e
ammaestrate tutte le nazioni… Ecco, io sono con voi… fino alla fine del mondo»
(Mt 28, 18-20). E la Chiesa, sempre memore del comando del Signore, non cessa di prendersi cura dei suoi membri, di rievangelizzare coloro che si sono allontanati, e di proclamare la Buona Novella a coloro che ancora non la conoscono. «Senza la missione ad gentes – scrivevo in proposito nell’Enciclica che
quest’oggi ricordiamo – la stessa dimensione missionaria della Chiesa sarebbe
priva del suo significato fondamentale e della sua attuazione esemplare» (Redemptoris missio, 34).