
Un’importante ricorrenza, meritevole di essere ricordata, si è avuta in questo anno 2019 ormai volgente al declino: il 60° anniversario del cambio di denominazione della diocesi più sud della Puglia, da “Ugento” a “Ugento-Santa Maria di Leuca”. Era il 1° agosto 1959 quando fu pubblicato il decreto della Congregazione concistoriale che autorizzava il vescovo pro-tempore , Giuseppe Ruotolo, ad aggiungere all’antico nome della diocesi Uxentina quello di S. Mariae Leucadensis.
La richiesta, partita da Ugento il 16 luglio 1959, si fondava sul fatto che la diocesi ugentina fosse una “diocesi mariana” e mons. Ruotolo lo aveva bene argomentato nella lettera pastorale per la quaresima 1959, dal titolo Madonna di Leuca nostra speranza. Tuttavia non dovette essere estranea, all’ iniziativa del vescovo Ruotolo, l’imminenza del concilio ecumenico che s. Giovanni XXIII aveva convocato il 25 gennaio 1959: la nuova denominazione della diocesi avrebbe consentito ai padri conciliari di localizzarne più facilmente la posizione geografica.
Il decreto, in sintesi, riportava tutte le motivazioni sulle quali poggiava la richiesta riconoscendone pienamente la validità e dunque meritevole di accoglimento. Lo storico documento si apre sottolineando l’importanza storico-religiosa del santuario mariano e della città di Leuca, la cui la sede episcopale, a causa delle incursioni nemiche, dal papa avignonese Giovanni XXII, nel 1333, era stata trasferita ad Alessano, diocesi a sua volta soppressa nel 1818 e confluita in quella di Ugento. Il decreto riconosce poi i motivi di carattere pastorale addotti dal vescovo Ruotolo: confermare nei fedeli di oggi la devozione alla Madonna di Leuca dei loro avi; rinvigorire il loro attaccamento a Maria per meglio combattere le battaglie contro i nemici della fede; implorare l’aiuto della Vergine per lo sviluppo delle opere sorte all’ombra del santuario; rafforzare i vincoli di obbedienza e di affetto dei fedeli diocesani verso il sommo pontefice. La richiesta, – continua il decreto – sentiti i cardinali della congregazione, fu prontamente accolta da papa Giovanni XXIII. Il decreto, che autorizza il vescovo a porre in essere tutti gli adempimenti perché la diocesi venisse ufficialmente denominata “Uxentina-S. Mariae Leucadensis”, porta la firma del segretario della congregazione, card. Marcello Mimmi. Il porporato aveva facilitato il buon esito della pratica perché, essendo stato arcivescovo di Bari dal 1933 al 1952 e presidente della conferenza episcopale pugliese, era in ottimi rapporti con mons. Ruotolo.
San Giovanni XXIII, da giovane Presidente per l’Italia del Consiglio centrale della Pontificia Opera per la Propagazione della Fede in visita nelle diocesi italiane, aveva nei primi anni ’20 visitato il santuario di Leuca accompagnato da don Giovanni Panico; il futuro cardinale fresco di sacerdozio e tornato in diocesi dopo l’ordinazione e gli studi romani. Papa Roncalli volle dimostrare il suo affetto verso queste popolazioni indirizzando al “Venerabile Fratello Giuseppe Ruotolo Vescovo di Ugento-Santa Maria di Leuca” un solenne chirografo, ovvero un testo manoscritto con firma autografa pontificia, aderendo così alla richiesta di mons. Ruotolo che gli aveva chiesto, in data 24 luglio, un «augusto messaggio». Col pregevole documento, conservato nell’Archivio Storico Diocesano di Ugento e recante la data del 12 agosto 1959, il santo pontefice assicurava la sua «presenza spirituale» ai fedeli della diocesi «raccolti presso il vetusto santuario di Santa Maria di Leuca per consacrarsi al Cuore Immacolato di Maria…e coronare con benedicente saluto il loro atto di filiale devozione alla Madre Celeste». Con l’animo pieno di gioia per la dimostrazione di fede che «giunge da questo estremo lembo d’Italia», il Papa ricordando i Martiri di Otranto «che irrorarono del loro sangue, con sacrificio glorioso, le zolle del Colle della Minerva, e le antiche tradizioni di lotta contro i nemici della fede, che i popoli del Salento ascrivono a loro maggior titolo d’onore» auspicava che il loro esempio, per« i cari ugentini» e per le popolazioni salentine tutte, sia di «stimolo potente nella perseveranza dei santi propositi» che vengono solennemente rinnovati nel Cuore della Madonna. Nel ricordo decennale del Congresso mariano salentino del maggio 1949, presieduto dal cardinale di Napoli Alessio Ascalesi, presenti 13 arcivescovi e vescovi, durante il quale a Leuca accorsero i fedeli delle diocesi del Salento «per formare una sola famiglia osannante alla Regina del Cielo», il Papa impartiva infine a tutti la sua paterna benedizione e in particolare «ai bambini, agli operatori e ai benefattori delle nuove opere caritative del Santuario».
Il 15 agosto 1959 fu una grande giornata per la diocesi. «Ai piedi di questo promontorio Japigio», sulla piazza antistante il santuario, mons. Ruotolo, diede lettura del chirografo pontificio e del decreto della Congregazione concistoriale sulla nuova denominazione e consacrò la diocesi al Cuore Immacolato di Maria in un tripudio di clero e di popolo, uniti nella plurisecolare devozione a S. Maria de finibus terrae.
(l’A.ringrazia mons. Salvatore Palese, direttore dell’Archivio storico diocesano di Ugento, per i permessi accordati)